Politica
Per Faraone la passione Ponte non è segreta, ci ha scritto capitolo del suo libro
“Sottosopra” tra poco compie un anno e racconta la Sicilia o il modo di rimetterla sulle sue gambe, secondo il Sottosegretario Davide Faraone. Il libro giustificherebbe gli sproloqui molto sentiti di ieri a Messina sul Ponte dello Stretto
- 28/03/2017Marcella Ruggeri
Dalla Pubblica Istruzione alla Salute di recentissima investitura, il Sottosegretario di Stato Davide Faraone non ha fatto segreto di essere legato alla Sicilia, la sua terra che vorrebbe magnificare anche innalzando progetti che si sposano a pennello con il suo nome di battesimo “Faraonici”. Ed è per questo che, nella tappa di ieri a Messina di Graziano Delrio, ha fatto gli onori di casa in chiave di partito, dando spazio al Ministro, come l’etichetta e gli impegni istituzionali richiedono e prendendosi uno spazio politico tutto suo, sciorinando i vantaggi di avere la famosa connessione tra Scilla e Carddi.
Il barlume che si possa trattare di un tentativo di sponsorizzarsi per la campagna elettorale regionale nascerebbe da solo e naturalmente comprensibile per certi versi, se non fosse che per il Ponte sullo Stretto Faraone ha già manifestato la sua passione in un capitolo di un intero libro. Ebbene nel suo primo lavoro letterario “Sottosopra” che sta per compiere un anno (essendo uscito ad aprile dell’anno scorso), il Sottosegretario in quota Pd coglie l’opportunità di raccontare la sua Isola “che ama profondamente e per la quale vuole il meglio”. Questa volontà di perseguire il meglio, per Faraone potrebbe essere la mega infrastruttura sullo Stretto, un collegamento che a lui non appare “fantascientifico” o detestabile da un punto di vista paesaggistico ma un modo pragmatico di sfruttare la mobilità tra le due sponde peloritana e calabra. Nel volume pubblicato da Donzelli Editore, Faraone si lascia andare in intere pagine, anticipate l’anno scorso anche nel suo blog “Cambiamenti”. Come si è lasciato andare al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, davanti ad una platea, in cui anche diversi estremisti “No pontisti” si sono fatti vivi con animosità. L'esistenza di "Sottosopra", in fondo giustificherebbe, sarebbe un pretesto per giustificare gli sproloqui pronunciati ieri sera.
Al di là se il progetto “Ponte” sia valido ingegneristicamente, al di là se ci siano questi “benedetti” o “maledetti” finanziamenti, a seconda della prospettiva in cui si guardino, al di là di chi sia la spinta propulsiva politica di ogni epoca, Faraone sa che la sua prospettiva è quella di una Sicilia incastrata nelle fila di una classe dirigente che si è arrampicata sul muro dell’autonomia, conservando i privilegi ed ostacolando il progresso. Con “Sottosopra” l’incaricato del Governo Gentiloni denuncia qualche “stortura evidente”, che può essere raddrizzata con il coraggio di farlo. La Sicilia, dunque, può rimettersi sulle sue gambe, se solo lo volesse, “avvalendosi delle sue risorse produttive che sono moltissime”. Questo dovrebbe essere un’esortazione-rimprovero di Faraone che intende trovare delle chance di rinascita anche nella costruzione del Ponte. Non è una colpa, non sarà una soluzione a se stante ma è comunque una concezione che andrebbe scorporata dallo spettro delle infiltrazioni mafiose e dell’impatto ambientale in grado di sfregiare le coste. Le esperienze che si combinano in un libro possono essere motivo di controversia ed appianamento ma comunque senza riesumare il passato, come nel progetto del ponte ma rivederle anche in uno spirito complessivo, come il Sottosegretario ha organizzato nelle cosiddette “Leopolde sicule” ovvero ‘Il futuro è adesso’ e ‘Cambiamenti’, curate da Sicilia 2.0.
Marcella Ruggeri
Foto Rocco Papandrea