La Messinambiente sta patendo il suo conto alla rovescia, ormai da un più di un mese. Ma domani ci sarà la nascita di sua sorella, quella più forte che dovrà prendere il suo posto ufficiale nella storia degli “Enti di sottogoverno”. Domattina, è stato programmato l’appuntamento dal notaio Santoro per fondare la Messina Servizi Bene Comune ed effettuare il rogito a cui il sindaco Renato Accorinti e l’assessore al ramo, Daniele Ialacqua parteciperanno insieme ai nuovissimi componenti della società. Entro oggi, infatti il capo di Palazzo Zanca dovrà nominare l’Amministratore Unico insieme al Collegio sindacale della Messina servizi con tre membri più due supplenti, dopo aver vagliato tutti i curricula pervenuti con il bando che è scaduto lo scorso lunedì.

“Ci sono state una decina di domande per amministratore unico e una ventina per il Collegio, anche provenienti da fuori città” – commenta Ialacqua. Nel pomeriggio riunione di Giunta per emettere il decreto e ricontrollare i candidati, infine trasmettere i dati al notaio.

Il decreto dei nuovi incarichi e la costituzione della nuova realtà sono atti di natura politica che non riguardano per intenderci l’attuale guida della Messinambiente ovvero il Commissario liquidatore Giovanni Calabrò. Quest’ultimo non è stato neanche invitato per assistere alla stipula dell’atto notarile. “Posso essere solo di supporto morale - afferma il Commissario - . Io andrò a seguire la Messinambiente nel cimitero degli elefanti”.

Nel momento in cui si forma questa nuova struttura societaria, il ruolo di Calabrò non cessa immediatamente ma avrà un suo tempo di transizione fino a quando non avverrà lo svuotamento della Messinambiente verso il soggetto che sarà pronto a riceverlo. La nuova società dovrà provvedere alle sue abilitazioni, a creare un suo organigramma. Nel tempo si dovrebbe realizzare il Piano concordatario che è comunque vincolato dal versamento di circa 30 milioni di euro da parte del comune di Messina.

La cifra corrisponde a quello che si classificava come piano Eller Vainicher - spiega Calabrò - . Dovrebbe essere questa ma ancora deve scritta nera su bianco nel piano concordatario ma non c’è comunicazione formale dell’amministrazione. Avrebbe dovuto far parte del famoso Piano di Riequilibrio che rappresenta sempre qualcosa di effimero da concretizzare con una determina ministeriale. Il Tribunale vorrà vedere la disponibilità economica cache per poter avallare il piano concordatario. Se dovesse mancare questo impegno economico da parte della gestione Accorinti, come per una fideiussione in sostanza, non passerebbe l’esame giudiziario – fallimentare”.

L’Amministrazione deve andare a firmare un atto che si dovrà incrociare con altri passaggi. La Messinambiente camminerà in parallelo fin quando la Messina servizi non avrà il suo apparato. L’attuale società di nettezza urbana non regalerà l’apparato istituzionale ma solo la parte relativa al personale e alle attività di raccolta e smaltimento rifiuti. “L’affidamento dei servizi - specifica il Commissario – deve essere approvato ricordiamo dal consiglio comunale“.