Il gup Maria Vermiglio ha deciso sei rinvii a giudizio e due proscioglimenti durante l'udienza relativa all'inchiesta sulla presunta fuga di notizie al Tribunale a Messina. Rinviati a giudizio 19 luglio - scrive la Gazzetta del Sud - il luogotenente della Guardia di Finanza, Francesco Giusti, la sua collega Antonella Scalise, e i poliziotti Natale Lavinia, Maria D'Angelo e Damiano Murciano e Antonio Brigandì; quest'ultimo prosciolto però dall'accusa di accesso al sistema informatico.

Dichiarato il non luogo a procedere per il detective privato Matteo Molonia, il carabiniere Antonio Scaletti in quanto i fatti oggetto di contestazioni sono già stati trattati nel processo principale che porto' il 21 dicembre scorso all'assoluzione dal reato di divulgazione di segreti e dalla corruzione. D'Angelo deve rispondere di calunnia: avrebbe chiesto una perquisizione nella sua abitazione dove aveva mostrato le munizioni che il marito Francesco Giusti teneva in casa in quanto pubblico ufficiale in pensione. Giusti e Scalise sono invece accusati di omissione di atti d'ufficio in quanto non avevano provveduto a sequestrare subito le munizioni.

A Giusti l'accusa contesta anche la rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio per aver chiesto a dei colleghi dettagli su un'attivita' d'indagine per truffa. Murciano e' invece accusato di aver chiesto a due uomini originari del Marocco di poter acquistare della droga, ma al momento dell'incontro furono arrestati. Lavinia deve invece rispondere di accesso abusivo al sistema informatico.