Esiste un distacco infrastrutturale tra la Sicilia e le altre regioni del nord dello Stivale. Gli isolani potrebbero guadagnare dei vantaggi dall’aggregazione del Consorzio Autostrade Siciliane, addirittura un’arma in più per connettersi nel vettore dei trasporti nazionale. Alla Regione servono arterie alternative perché la stessa A18 Messina-Catania, in qualità di unica via fuga reale per le popolazioni della Sicilia orientale, continua ad imporre un tributo per l’attraversamento che va abolito. Questa è l’idea di Sicilia Futura.

“Ribadiamo la volontà di portare a compimento la fusione Cas-Anas che appare l’unica soluzione per mettere in sicurezza la Rete autostradale siciliana. Nel medio periodo – aggiunge il capogruppo all’Ars Beppe Picciolo -, l’obiettivo è il completamento dell’anello autostradale dell’Isola che verosimilmente collocherà la Sicilia con una disponibilità di collegamenti veloci ai vertici della Rete italiana, seconda solo alla direttrice nord-sud. La fusione del Consorzio autostrade con l’Anas avrà quindi, come logica conseguenza, la maggiore disponibilità di risorse economiche ed un know-how in grado di accorciare il gap che attualmente ci separa dal resto del Paese”.

“Come già ripetuto al presidente Faraci ed al direttore generale Perrone – ha ricordato Picciolo - la sonora bocciatura in Commissione del progetto di fusione di Anas e Cas è figlia di una carente comunicazione riguardante le modalità temporali di attuazione del piano di accorpamento dei due enti. Certamente per come è stata posta la questione, con l’idea passata anche agli organi di informazione come primaria, di applicare nuovi balzelli in quei tratti di autostrada attualmente liberi da pedaggi, è stato un errore grossolano e privo peraltro di fondamento”. Una volta terminati i lavori del tanto atteso anello autostradale, si potrà dire addio alle mulattiere mettendo in sicurezza ulteriori percorsi di strade per tutti i cittadini. Tutto questo potrà essere accelerato dall’unione delle due strutture, secondo Picciolo, per fare funzionare meglio la rete stradale e adeguarsi ai sistemi del nord Italia.

“E’ infatti impensabile – ha concluso il capogruppo di Sicilia Futura – prospettare un pedaggio per la percorrenza di strade senza dare prima valide alternative. Soprattutto nella parte occidentale della Sicilia, il problema esiste ed è molto sentito dai cittadini ai quali non si potrà chiedere una nuova tassa senza proporre una “normale” percorrenza, alla quale poi sì aggiungere l’eccellenza! Un problema analogo esiste anche nella parte orientale della nostra terra e riguarda le province di Messina e Catania, per le quali l’autostrada A18, oggi ridotta ad un eterno cantiere, andrebbe considerata alla stregua di una tangenziale (da qui anche le tante richieste di uscite ravvicinate) poiché l’alternativa della strada provinciale può essere considerata al più un modello di trasferimento per gite romantiche ma inutile in caso, ad esempio, di calamità. Da qui, la necessità di rivedere tutto il sistema stradale siciliano e la possibilità che dalla fusione di Cas ed Anas escano nuove prospettive di sviluppo per il territorio ed anche economie di scala (a beneficio degli utenti) che certamente deriverebbero dall’ottimizzazione delle risorse”.