La Pasquetta non è solo una giornata sui Colli peloritani tra i boschi e il pane alla disgraziata nel noto ritrovo delle Quattro strade ma è, anche e soprattutto, una giornata in riva allo Stretto sulla costa di Capo Peloro. Girare l’angolo e imbattersi in un ammasso di spazzatura e ancora peggio in un gruppo di ragazzi che la cestina, se ne sbarazza in luoghi simbolo della città di Messina come il lungolago piccolo di Ganzirri, è una assoluta vergogna.

“La Sicilia può offrire tante possibilità di viaggiare senza mai stancare la vista - riferisce il consigliere della VI Municipalità, Giuseppe Sanò -. Non so se per innato campanilismo o per altri oscuri motivi, il nostro Paese rimane il più bello al mondo. Il giorno del Lunedì dell’Angelo, appena arrivato nel punto in cui, solitamente, rallenti per guardare il sole adagiarsi sul Mar Tirreno e ringrazi Dio per essere nato a poche centinaia di metri, precisamente sul ponticello che solca il Canale degli Inglesi, non ho scorto il tramonto o un airone cenerino godersi la giornata primaverile, ma l’ennesimo reato di discarica abusiva. La poesia dei luoghi è stata rovinata brutalmente dalla vista di una Cinquecento bianca con le quattro frecce inserite di fronte all’ingresso dell’ex Istituto Poste e Telegrafonici.

“Ho impedito che l’azione venisse portata a termine - racconta Sanò -. Tuttavia, non possiamo vincere questa battaglia così come stiamo agendo. Un gruppetto di ragazze, che già avranno viaggiato tanto, ragazze della generazione Erasmus che si confrontano con diverse culture, gettava placidamente i resti della propria giornata di festa. Avrei preferito non aver sentito le scuse assurde che quelle cittadine disinvoltamente accampavano".

“Non ci sono alibi che tengano - prosegue il consigliere -! La gente per bene, istruita, che vanta titoli e posizioni sociali, non si disfa della propria spazzatura sul ciglio della strada, e per di più davanti ad uno dei luoghi più suggestivi che il territorio possa vantare”.

“E’ una barbarie - conclude Sanò -. Il fallimento della famiglia, della scuola e delle istituzioni non possono compromettere gli sforzi che noi tutti stiamo compiendo per migliorare la condizione in cui ci troviamo. È necessario uno stravolgimento del nostro modus operandi”.

Avere dei controlli più frequenti sulle Zone Protette dalla Sovrintendenza non sarebbe male.