“Non ci hanno rassicurato le parole del Governo espresse per bocca del sottosegretario Faraone, dopo la levata di scudi cittadina contro le scelte sulle infrastrutture strategiche inserite nel DEF. Basta infatti uno sguardo d'insieme al documento, per realizzare che la stragrande maggioranza delle opere sono concentrate a nord dell'asse Napoli-Bari”. Questo è l’incipit di un documento diramato oggi da Capitale Messina e Rete Civica per le Infrastrutture, con cui si annuncia una levata di scudi per giorno 29 aprile. All’evento hanno già aderito Confindustria, Confesercenti. Sindacati e Ordini professionali. Giova ricordare che Capitale Messina e Confindustria hanno sostenuto il Sì al Referendum dello scorso 4 dicembre. "È provato, che lo Stato italiano profonde i suoi benefici finanziari nelle province settentrionali in misura ben maggiore che in quelle meridionali", scriveva il deputato meridionalista Giustino Fortunato alla fine dell'ottocento, e dopo più di un secolo il quadro non appare mutato. L'asimmetria di investimenti tra nord e sud continua ad essere confermata nelle scelte del Governo Gentiloni. Se poi entriamo nello specifico delle opere di interesse strategico per lo sviluppo economico dei nostri territori le perplessità aumentano. È irrazionale che un'opera che si aspetta da decenni, stiamo ovviamente parlando del Ponte, dopo lunghi studi ed impiego di notevoli risorse, circa 300 milioni di euro, giunta al progetto definitivo, venga rimessa in discussione per tornare agli studi di fattibilità. Non ha senso. Anzi ce l'ha, ed è quello di non farla. Stessa preoccupazione per le tratte ferroviarie”. Ancora non pervenuti i docenti dell’Università di Messina che sull’argomento preferiscono tacere.