Dimezzate le postazioni del 118 in Sicilia con 103 Comuni che rimarranno senza ambulanza entro l'anno. A lanciare l'allarme è il M5S che, dopo aver puntato il dito sulla rete ospedaliera siciliana, denuncia la chiusura di 90 reparti entro il 2018, accendendo i riflettori sui presidi Sues (Servizio urgenza emergenza sanitaria), dei quali molti piccoli Comuni "resteranno totalmente sguarniti" spiegano i pentastellati, per i quali "più che una sforbiciata, quella che si abbatterà a stretto giro di posta (entro il 31 dicembre 2017) sulle ambulanze di soccorso avanzato, di soccorso di base e auto mediche della Sues, sarà una mannaia". Delle 251 postazioni attive prima del varo della rete, solo 125 resteranno in vita a regime, il resto sarà soppresso.
 
"Non stiamo aggiungendo nulla alla drammatica realtà che si prospetta per i siciliani - dice il deputato M5S Francesco Cappello - è tutto messo nero su bianco. È bastato confrontare i dati pubblicati sul sito della Sues, relativi alle postazioni del 118 attualmente operative, con quelli del documento metodologico allegato alla rete ospedaliera, che indicano il numero e le località relative alle postazioni dei vari tipi di ambulanze. Quello che è stato messo in atto alle nostre spalle e alle spalle dei siciliani - continua il deputato - è vero patto criminale tra Stato e Regione, che realizza consistenti risparmi sulla spesa ai danni del diritto alla cura dei siciliani. L'adozione di meri criteri ragionieristici in sanità non è tollerabile. A forza di tagli scellerati stiamo arrivando al livello della Grecia".
 
La "geografia" dei tagli. La mappa dei tagli va dalle 29 postazioni soppresse nell'ex provincia di Palermo alle 5 perse nel Ragusano. Perderà 13 postazioni l'ex provincia di Messina, 6 il territorio di Agrigento, 16 il Catanese, 8 a testa il Nisseno, il Siracusano e il Trapanese, 10 la zona di Enna. "Ci sono Comuni - commenta Cappello - che saranno molto svantaggiati da queste scelte. Penso, ad esempio, a Mussomeli e a Niscemi, i cui collegamenti viari non sono certo il massimo.

Allo stato attuale - conclude il deputato - con la nuova rete, il cittadino siciliano avrà meno ospedali, pochi ospedali attrezzati e in regola con gli standard del DM 70/2015, se non tra molti anni, e la metà delle postazioni del 118. E tutto a fronte di nessuna proposta o progetto alternativi sulla rete territoriale di assistenza sanitaria".