Politica
Muraglia di poliziotti contro Movimento Stop Salvini davanti Palacultura
Il Comitato dei manifestanti contro i tutti principi della Lega Nord ha urlato il suo malcontento prima e durante la conferenza stampa del Leader prevista. A gestirlo un grande spiegamento di Forze dell’Ordine
- 20/04/2017Marcella Ruggeri
#MaiconSalvini è stato il loro motto in questi giorni e lo è stato ancora di più oggi nella tarda mattinata per imbastire l’organizzazione di protesta contro il Leader della Lega Nord davanti al Palazzo della Cultura di Messina. Grande spiegamento (forse eccessivo) di Forze dell’Ordine tra Polizia di stato, l’Arma dei Carabinieri e Vigili urbani chiamati a gestire questo clima di annunciate contestazioni, oltre che di viabilità problematica, determinata anche dalla folla di manifestanti con tanto di striscioni, slogan cantati di “pseudo-odio” e “Ricreazione terrona” provocatoria alla dialettica discriminante di Salvini di questi anni.
Bloccato per motivi precauzionali l’ultimo tratto della via XXIV Maggio che sfocia sul viale Boccetta e alla testa del gruppo dei polemizzanti, i poliziotti hanno risposto al disordine con una muraglia umana, come di consueto in queste evenienze.
Giovani e meno giovani non hanno voluto stare a guardare impassibili e hanno scolpito nella mente i ragionamenti contro il Meridione della Lega, che rappresentano il vero razzismo secondo i promotori e secondo molti abitanti del Sud Italia. Questo è il senso di tutta l’onda di protesta, scandita anche da dibattiti sui migranti che avranno in qualche modo un seguito giovale nella festa allestita da Cambiamo Messina dal Basso, questo pomeriggio alle 18, alla Galleria Vittorio Emanuele III. Precari, studenti, lavoratori sottopagati hanno urlato il malcontento contro un Big della politica che, pur sempre indossando la felpa con la stampa della scritta Sicilia, ha dimostrato di essere contro l’accoglienza degli stranieri in tutte le piazze della Penisola.
Questa massa di gente non ha creato particolare disagio alla circolazione o alla quiete pubblica ma ha detto chiaramente: “Non vogliamo gli hotspot perché vogliamo accoglienza vera e dignitosa, casa, lavoro, libertà di movimento, diritti per tutte e tutti e non speculatori in cerca di voti!”. Non si tratta di puro e semplice orgoglio del Sud ma di sottolineare che non ha importanza di che Paese sei e che lingua parli. Puoi accogliere senza portare scompensi alla collettività autoctona ma l’importante è incrementare le strategie di occupazione dal Governo centrale.
Il Comitato popolare porta con sé rabbia e frustrazione di un’epoca in cui l’unica opportunità è l’essere stipendiato in nero e, nella migliore delle ipotesi, con contratto part-time.
“In tutto questo non bisogna prendersela con i profughi - sostiene il movimento - ma con chi non riesce a trovare soluzioni e metodi per lo sviluppo socio-economico e professionale e di tutela per i lavoratori in genere”.
Dicendo No a razzisti e xenofobi, i cittadini non hanno potuto rinfacciare le loro posizioni culturali a Salvini che ha aggirato l’ostacolo entrando da un ingresso alternativo (non quello frontale) e facendo comunque il suo comizio con la stampa e i suoi sostenitori nella sala del Palazzo sul viale Boccetta.