Politica
Hotspot, numero legale cade in Aula. Si dibatte sui termini ma nessuno lo vuole
Domani in Consiglio, si rivoterà sulla questione migranti alla Caserma Gasparro-Bisconte. Non si trova un’unione. La discussione sull’Odg viene rinviata perché la delibera d’indirizzo dei Centristi e Ncd va avanti
- 03/05/2017Marcella Ruggeri
Ministero dell’Interno, Ministero degli Esteri, la Prefettura. Tutti gli organi giuridici e autorità competenti sono stati invocati da buona parte dei Consiglieri comunali su proposta della Presidente della VI Commissione Rita La Paglia per issare la bandiera del NO sulla costruzione dell’Hotspot nel rione Bisconte. Sull’argomento tutti sembrano trovare la risposta negativa nel recepire le disposizioni del Governo che vedono la Caserma Gasparro come posto ideale per l’accoglienza profughi modello Hotspot. In passato, ci sono state rimostranze ben precise del Centrodestra come del Centrosinistra, compresa la reazione da parte del Sindaco Accorinti verso la sede romana nel respingere quel sistema di segregazione. Ma, oggi, si evince una battuta d’arresto nell’affrontare le diverse vedute dell’opposizione al sito facendo cadere il numero legale (17 componenti) per il voto.
La questione è stata inclusa in un Ordine del giorno previsto per i lavori d’Aula del pomeriggio dove si doveva dibattere sulla condivisione di un percorso secondo cui Messina non ha gli elementi socio-territoriali per ospitare l’Hotspot, soprattutto per la collocazione geografica: quindi la presenza di un torrente nel cuore del III Quartiere, un’alta densità di popolazione già preesistente che si sommerebbe ai migranti creando un intasamento di quella zona di città, “un ingorgo umano” (come emerso anche in Commissione Servizi Sociali poi è stato sottoscritto il documento da una decina di consiglieri portato in seduta consiliare) “che minerebbe la fragilità sociale in termini di criminalità”.
Cambiamo Messina dal Basso ha tirato in ballo la preoccupazione di dover approfondire la trattazione e toccare gli aspetti giuridici e civili in quello che l’Hotspot raffigura nella sua strutturazione ovvero la mancanza del rispetto della dignità umana, un lager che non possiede i termini democratici di legalità verso gli immigrati. Il Pd ha esposto in linea con lo stesso pensiero, incentrando il problema sulla qualità dell’accoglienza.
La promotrice dell’Odg La Paglia ha certamente sottolineato che si fa sempre in tempo ad implementare e cassare. Intanto, non ci si può dimenticare che l’Agenda della Comunità Europea prevede il disegno Hotspot e “bisogna contestualizzare su Messina evidenziando che ci sono difficoltà oggettive del territorio”, suggerisce la Presidente della VI Commissione. Rimodulare in Consiglio ciò che si è elaborato è fattibile.
Su questi rallentamenti, si incastra la delibera d’indirizzo dei Centristi per la Sicilia con a capo Mario Rizzo, insieme al gruppo Ncd di Daniela Faranda con cui si chiede al Primo Cittadino di farsi portavoce sulla scorta di considerazioni che l’Hotspot non è accettabile sia giuridicamente che socialmente. Questo atto d’indirizzo è balzato in avanti rispetto all’Odg per motivi di carattere tecnico di presentazione ma non è andato a buon fine solo per il numero. Su questo ad obiettare è stato lo stesso assessore alle Politiche Sociali, Nina Santisi, ricordando che l’Amministrazione comunale è intervenuta ampiamente sul piano dei principi della recettività inadeguata per i profughi con l’Hotspot. Qualcuno ha pensato di discutere entrambi: delibera e Odg.
Morale della favola: domani pomeriggio dalle 14:30, si torna ad esprimere il parere con il voto.