Politica
Tinaglia mette a nudo le contraddizioni dei professori democratici Fera e Limosani
Il leader di Reset ricorda gli incarichi dei docenti e soprattutto la loro battaglia per lo spostamento dell'Ap a Gioa Tauro
- 04/05/2017redazione
“L’intervento dei professori Fera e Limosani a difesa del Governo, o meglio del Partito Democratico al quale sono iscritti, rappresenta l’esempio del perché questa terra sia perennemente in ritardo ed abbandonata”. Ad affermarlo Alessandro Tinaglia, leader di Reset!, il movimento civico cittadino. All’indirizzo di Limosani e Fera, docenti dell’Ateneo messinese, sono partiti dei siluri terra-aria destinati a creare grande scompigli. Poi Tinaglia aggiunge: “Tralasciando il fatto che sarebbe forse più corretto chiarire a chi legge se certe note sono redatte da tesserati di partito o da docenti universitari con cariche istituzionali, e quindi nella qualità, vorremmo entrare nel merito dell’intervento dei due democratici. Fin quando le appartenenze saranno più importanti dei vantaggi che il territorio può trarre, fino a quando la difesa della ‘squadra’ di appartenenza prevarrà sull’interesse collettivo sarà impossibile cambiare la storia depressa di questo territorio”. Giova ricordare che Fera e Limosani da anni hanno incarichi di rilievo in commissioni nazionali su trasporti e logistica. “Se anche questo Governo sconosce o fa finta di non comprendere la portata dei vantaggi per tutto il Meridione, e per la Sicilia in particolare, della realizzazione di alta capacità e Ponte sullo Stretto (una senza l’altra non servono a nulla o quasi) allora probabilmente del ‘merito’ ce l’hanno anche loro. Se le strategie da loro messe in campo a supporto della politica, e del partito cui sono iscritti, non hanno sortito effetto dovrebbero fare una riflessione più serena scendendo dalla cattedra e ascoltando con maggiore attenzione e senza pregiudizi chi come noi e la Rete civica per le infrastrutture da anni sosteniamo concetti semplicemente logici”. Tinaglia poi mette a “nudo” i professori democratici: “In fondo, però, va ricordato che i due docenti sono quelli che sostengono che Gioia Tauro possa divenire un porto “Core” senza alta capacità e Ponte sullo Stretto, non comprendendo, tra le altre cose ed al di là della questione Authority, che spostare le merci a nord della Sicilia equivale ad isolarla e bypassarla. A proposito di interesse del territorio. Eppure comprendere che la posizione strategica di Augusta collegata al Ponte ed al Paese tramite l’alta capacità sia un’occasione storica di rilancio della nostra Isola e del Meridione non dovrebbe essere così complesso”.