Ieri, 6 Maggio, Edoardo Albinati ha presentato “La scuola cattolica”, romanzo vincitore del Premio Strega 2016, la storia dei “ragazzi bene” della Roma degli anni ’70 di un istituto maschile, adolescenti alla ricerca di sé e di un modello di mascolinità, un universo da cui paradossalmente uscirono anche gli assassini del massacro del Circeo (1975), alcuni dei quali compagni di scuola dello stesso Albinati.

A dialogare con l’autore è il giornalista Francesco Musolino, che si occupa di libri e cultura per diverse testate locali e nazionali.

“Ho lavorato a questo libro – ha detto Albinati – per quasi dieci anni. Quando nel 2005 Angelo Izzo, uno dei responsabili del massacro del Circeo nel frattempo in regime di semilibertà, uccise una madre e sua figlia, quella botola chiusa per anni si riaprì, colpendomi sul piano dell’intenzione artistica”. Dopo circa un anno di ripensamenti, l’incipit romanzesco fu chiaro. Non era necessario parlare del delitto, dai più ormai conosciuto, ma del quotidiano, dei compagni, degli insegnanti e della scuola cattolica, partendo quindi dall’infanzia.

Indiscutibilmente, la prima cosa che salta all’occhio sono le più di mille pagine del libro, alquanto voluminoso. Non solo l’educazione è il tema di questo libro, ma anche sessualità e omosessualità, il significato di essere maschio, che, in un certo senso, è la malattia: il doversi sempre affermare come uomo, ogni giorno, e appropriarsi di quel ruolo.

Perchè “c’è una differenza indiscutibile tra il bene e il male – ha concluso lo scrittore -. Detto ciò, questo male commesso da quelli che stuprano le donne e le uccidono, non si può dire che non ci riguardi. Non possiamo chiamarci fuori (…) che non vuol dire che siamo colpevoli, ma che il fatto di essere innocenti non ci esime dal compito di capire perché qualcuno non lo è”.

Il quarto atto della rassegna “Leggere il Presente” si svolgerà il 19 maggio con Aldo Cazzullo.

Serena Votano