E’ un modo di rilanciare non solo l’edificio di architettura e pregio ottocenteschi ma tutto l’affaccio a mare. L'associazione Messina Bene Comune ha promosso un’azione di salvezza di Palazzo Scardino, sito in via Don Blasco, e la presenterà in tutti i suoi particolari domani in conferenza stampa a Palazzo Zanca.

Lanciata dal presidente Maurizio Rella, la petizione popolare deve servire a sollecitare l'Amministrazione Municipale e la Soprintendenza ai Beni Culturali perché queste intervengano per sottrarre il palazzo all'abbandono in cui versa. “L'iniziativa vuole avere un carattere simbolico in una più complessiva valorizzazione di tutto il contesto della Zona Falcata e di via Don Blasco” - comunica Rella.

Il contesto di quell’arteria, che peraltro accompagna il centro urbano sul lungomare in una delle zone più incantevoli, rappresenta un insostituibile "Water Front". I cittadini firmatari del documento, volto alla tutela dello stabile famoso, intendono mettere in moto il ripristino di un’area indegnamente trascurata. "Palazzo Scardino”, anche detto della Famiglia "Rosa”, è un esempio notevole di buona architettura dell''800 messinese. Ha resistito al terremoto del 1908, conservando gli elementi decorativi in pietra pregevoli ma non può sopravvivere per sempre in una situazione di forte incuria. Eppure costituisce un piccolo tassello della storia di Messina.

L’edificio, nonostante le precarie condizioni statico strutturali e di decadimento complessivo, risulta ancora in parte abitato da qualche famiglia. Il palazzo, sembra sia stato costruito sui ruderi di un fortino innalzato dai rivoluzionari messinesi nel 1848 per controllare il Bastione Don Blasco e la cortina esterna della Cittadella.

I cittadini, con la sottoscrizione della petizione, interpellano la Soprintendenza BB.CC.AA. e il Comune di Messina, ognuno secondo le proprie competenze, per realizzare tutte le opere necessarie a scongiurare il pericolo di imminente crollo.

Lo stato di vetustà in cui Palazzo Scardino si trova deve reclamare un rimedio. I rischi per l'incolumità delle persone che lo abitano e/o frequentano occasionalmente, oltre ai passanti e lavoratori in zone limitrofe, sono enormi e prevedibili. I firmatari, insieme all’associazione promotrice, auspicano un recupero di questo patrimonio architettonico del territorio.

Foto Rocco Papandrea