E’ servito come spot elettorale in un periodo in cui conveniva posare la prima pietra. Ma non si può parlare per simboli senza incentrare il futuro di un territorio su qualcosa di studiato e pianificato. Il mega collegamento tra la sponda peloritana e calabra è certamente nei pensieri del presidente dell’Anas, Gianni Armani, che ha fatto tappa al PalaAntonello, per la tavola rotonda su “Il Futuro della Sicilia” in tema di Mobilita”, per sciorinare le sue idee di sviluppo infrastrutturale che sono ben lontane dall’effettiva realtà siciliana e, specialmente, a Messina. Il Comune dello Stretto ha perso le sue occasioni, secondo il presidente, di ergersi a una delle migliori città metropolitane nella Penisola. Tutto ciò che è stato iniziato nel settore opere di urbanizzazione e crescita economica non è stato portato a compimento. Questo rende Messina, non troppo tra le righe, “una sorta di catastrofe ambulante” che potrebbe riprendersi amplificando la rete autostradale e rigenerando l’Anas attraverso l’accorpamento con il Consorzio Autostrade siciliane.

I paragoni con il Nord Italia a volte sono inappropriati ed ingestibili per questioni di una maggiore facilità a reperire finanziamenti in quella parte di Stivale che fa pensare anche ad una “maggiore capacità evolutiva” o semplicemente furbizia nell’amministrazione della Res Pubblica. Invece, Armani ritiene che il confronto sia quasi indispensabile nella sua disamina perché dove si registrano numeri al top di produzione e di trasporto, come al Nord, è più arduo plasmare step di miglioramento. Mentre al Sud ci possono essere più margini di progresso costruendo ex novo infrastrutture e dando linfa vitale anche alle risorse lavorative.

In questo senso, si innesta il disegno di mescolare le due realtà Anas e Cas che, per quanto non abbia incassato il benestare dell’Ars, potrebbe a lunga gittata posizionarsi da buon secondo nel podio manageriale delle Autostrade, magari con un coordinamento da Messina. Le caratteristiche di Anas e Consorzio si compendierebbero, soprattutto da un punto di vista finanziario ma non si può celare che il Cas dovrebbe archiviare anche le sue vicende giudiziarie prima di poter intraprendere “nuove vite di fusione”.        

“L’Anas vanta 4mila chilometri di percorrenza solo in Sicilia su un totale di 26mila - spiega Armani -. Per quest’Isola, l’Anas potrà offrire un budget pari a 2 miliardi e 700 milioni e oltre 12 miliardi e mezzo a tutto il Sud. Queste cifre derivano da un Piano pluriennale 2016-2020, che ha in serbo 23 miliardi di investimenti”. E’ giusto rimarcare che questo Piano non ha ricevuto ancora l’approvazione. Intanto, nel Patto per il Sud, sono stati accantonati 50 milioni per la sola provincia di Messina che copriranno il rifacimento delle strade statali, “calcolando circa altri 7 milioni e mezzo di euro per manutenzioni e riparazione buche”.

Armani ha quasi il dente avvelenato verso chi ha fatto passare un’immagine della Sicilia inadeguata per la realizzazione di infrastrutture, vedi lo svincolo di Giostra. Mette l’accento sul discorso di essere stato convocato come Ente per fungere da ago della bilancia, dovendo frapporsi a difficoltà giudiziarie e sottolinea che l’apertura di un cantiere non deve in nessun caso accendere contrarietà ideologiche o progettuali. Ogni infrastruttura deve essere migliorativa per un territorio e, per questo, non deve incorrere in inutili rallentamenti di esecuzione.

   

Foto Rocco Papandrea