Non c’è trucco e non c’è inganno. Questa è la nave passeggeri “Oceana”, battente bandiera Bermuda, che, oggi, sarebbe dovuta sbarcare a Messina ma che l’avvenuta tappa del Giro d’Italia ha fatto spostare nel porto della vicina Catania. Non dobbiamo immaginare un dirottamento in piena regola bensì una trattativa informale e cordiale, svoltasi nel weekend, tra il Dipartimento Mobilità del Comune e il Tour operator che avrebbe dovuto occuparsi di effettuare le escursioni dei turisti, proprio nell’intervallo di più fermento ed attesa dei ciclisti, tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio.

La città sarà spaccata in due e non potrebbe sostenere il transito dei pullman” - pare abbia riferito il Dirigente della Viabilità, Mario Pizzino, durante l’incontro di quattro giorni fa con gli accompagnatori dei vacanzieri. Questa frase ha sicuramente indotto la società di accoglienza e visite guidate a chiedere alla Compagnia Carnival (P&O) se si potesse accettare il cambio di programma e di rotta. Domenica mattina, è stato decretato l’arrivo alternativo al molo di Catania.

Il responsabile della Mobilità si era mostrato disponibile ad aprire eventuali varchi tra le transenne su chiamata ai Vigili urbani di controllo ma coordinarsi con gli altri siti toccati dalla tappa, quali Giardini Naxos e Zafferana Etnea, diventava complicato. I pullman che di fatto sarebbero riusciti a partire per le escursioni verso Taormina e l’Etna non sarebbero potuti rientrare su Messina, in coincidenza del passaggio della corsa.

L’evento “approdo nave da crociera” si sposava male con il circuito degli sportivi internazionali, secondo l’Amministrazione comunale. Lo sbarco di circa 3mila viaggiatori avrebbe inevitabilmente intasato la zona che era stata interdetta al traffico veicolare, dal momento che gli atleti sulle due ruote dovevano pedalare sulla via Garibaldi fino al traguardo di Municipio. E’ chiaro che si è verificato un avvenimento eccezionale e che gli operatori turistici tendono a trovare le soluzioni possibili in caso di difficoltà ma strappare le chance di far movimentare l’economia della Città dello Stretto, a vocazione turistica, è sempre un grosso insuccesso.