Politica
Spazio risanamento, 110 anni di baracche bastano per riflettere? Udc a lavoro
Si uscirà mai dal sistema baraccopoli? Le meditazioni anche politiche possono servire se portate avanti con progettualità e con il supporto delle leggi sul risanamento, fino a vigilare sui lavori di sbaraccamento e recupero
- 27/05/2017Marcella Ruggeri
Un’ondata di riflessioni, oggi, in una tavola rotonda non riesce certamente a sintetizzare e a riordinare la bellezza di centodieci anni di convivenza con la baraccopoli di Messina ma apre uno squarcio sulle condizioni veramente disagiate di alcuni e di abusivismo di altri. Fa anche piacere che ogni tanto l’ondata arrivi da un gruppo politico, l’Udc che con il suo coordinamento provinciale ha avanzato un excursus chiarificatore ed essenziale passando dal contributo dei conoscitori delle zone abitate da baracche e delle leggi che governano il risanamento ai tecnici che suggeriscono come riqualificare questo degrado senza incorrere in illeciti.
Il partito vuole imprimere uno stimolo, una prima mola per risolvere il problema, se è possibile alla radice. A moderare l’incontro il presidente del Coordinamento Giovanni Frazzica. Ad ascoltare altri dirigenti della squadra come Rosario Sidoti e Nathial Soraci. Tra gli interventi quello dell’ex presidente del Consiglio comunale, Pippo Previti, che ha riassunto vari passaggi della burocrazia in cui si sono verificate delle distrazioni finanziarie destinate alle baracche che non hanno permesso di realizzare tutte le opere necessarie alla bonifica. 4mila famiglie vivono ancora nelle baracche sparse nella città.
L’ex assessore ed ex consigliere comunale Franco Pitrè ha detto che non ci si può scagliare contro chi c’è prima, con chi ha amministrato, sul tema del risanamento perché chi c’è oggi forse si è comportato peggio dei predecessori.
Poi, gli esperti tecnici, anche loro parte integrante del direttivo Udc, gli ingegneri Francesco Clemente ed Emilio Passaniti che hanno centrato il punto della ghettizzazione di determinate zone, spesso localizzate in rioni periferici, che non vengono dunque salvaguardate bensì relegate. Il primo ha documentato che a livello urbanistico certi territori assumono le caratteristiche degli emarginati, segno che tutto il Comune e l’assessorato al ramo hanno affrontato la tematica operando con scelte ed azioni il più delle volte inadeguate. Passaniti ha fatto riferimento ad una norma che mantenendo la stessa densità di insediamento di abitanti si possono creare delle buone aree attrezzate intorno. La normativa prevede questo senza dover praticare varianti al piano regolatore, rispettando gli spazi esistenti ed ampliando l’area in verticale.
La reintroduzione del partito nel dibattito sociale è stata apprezzata dalla platea ed è quello che tutti componenti si sono prefissati di fare, senza personalismi, ma pensando ad affermare una voce unica che si diversifichi in più competenze.
Il problema baracche si è trasformato, nel tempo, in un fattore culturale che è difficile scardinare. Importanti anche gli interventi del presidente dell'Ordine degli Architetti di Messina Giovanni Lazzari, dei movimenti CittadinanzAttiva e CapitaleMessina. Appartenente anche all'Udc la consigliera comunale Donatella Sindoni che è molto vicina al Coordinamento e ha lavorato all'interno della Commissione consiliare Risanamento di Palazzo Zanca.