Cronaca
Messina e Catania separate da un'autostrada killer
Settantasei chilometri di adrenalina pura, pericoli in ogni angolo, la frana a Letojanni l'emblema di una "distratta" gestione
- 29/11/2016redazione
Settantasei chilometri ed ottocento metri di abbandono, 24 gallerie (la maggior parte al buio o in penombra), commissari che arrivano, commissari che vanno, incidenti mortali, incendi di sterpaglie in estate, frane e colate di fango ad ogni pioggia: signore signori, amanti del rischio, benvenuti sull’A18, dove A non sta per Avventura, anche se in molti potrebbero pensarlo. In realtà è proprio un’avventura, Messina e Catania così vicine e così lontane, separate da un’autostrada dove gli standard di sicurezza sono quasi un optional.
L’autostrada è praticamente un pericolo continuo, a preoccupare maggiormente sono le frane, una Letojanni è in bella mostra sulla carreggiata e nei giorni scorsi la magistratura ha finalmente fatto luce con una serie di avvisi di garanzia. Il maltempo dei giorni scorsi che ha flagellato la riviera jonica e l'entroterra ha aggravato la situazione, colate di fango ed acqua si sono riversate sulle carreggiate, fascendo vivere un pomeriggio da incubo agli automobilisti.
La fitta vegetazione è ormai parte integrante della carreggiata, spesso i cartelli con le indicazioni stradali sono a volte illeggibili. In poche parole, gli automobilisti faranno bene a munirsi di un navigatore satellitare, dal momento che le sterpaglie ed i rigogliosi oleandri nascondono la segnaletica. Indicazioni difficili da interpretare persino a veicolo fermo, come alla barriera di San Gregorio, dove un’enorme tabella è occultata da un albero. Stesso destino, a Giardini, per i cartelli che indicherebbero la presenza di autovelox: il condizionale è d’obbligo, visto che la segnalazione non è visibile e le multe potrebbero essere annullate. L’incolta vegetazione è assente solo all’interno gallerie, ma per motivi naturali (niente luce, niente sole, poca aria). Capitolo gallerie. Non c’è neanche bisogno di prendere un esposimetro per accertare che l’illuminazione è scarsa. Tanto lo espongono le stesse tabelle.
Per non parlare delle colonnine Sos che dovrebbero essere collegate alla centrale radio del Cas. Magari lo erano un tempo, oggi c’è soltanto lo scheletro. Meglio affidarsi al telefonino, in ogni caso segnatevi il numero: 090/364373. Anni di immobilismo (ultimamente il Cas sta cercando faticosamente di recuperare il tempo perduto), rimpalli di competenze e valzer di commissari hanno trasformato l’18 in un’arteria ad alto rischio, eppure il pedaggio si paga ed è salato. Ma dove finiscono i soldi sborsati dagli automobilisti?