Pronta la replica della Uil. L’organizzazione sindacale, a distanza di quattro giorni dalle dichiarazioni rilasciate dal manager dell’A.S.P. di Messina, interviene con una nota per far luce sulla questione relativa alle misure adottate a seguito delle criticità evidenziate dall’operazione “Gamma interferon”.

Nel documento firmato dal Massimo Venza, Mario Salvatore Macrì e Giuseppe Calapai viene viene contestato al manager, che a dispetto di quanto abbia dichiarato, l’implementazione di ore settimanali riconosciute ai medici è di 4 ore settimanali e non di 5: Un provvedimento dovuto all’applicazione dell’art. 20 della L.R. n. 20/2016 e non scaturisce da iniziative intraprese dall’A.S.P. di Messina. Secondo i sindacati inoltre tale modifica risulterebbe essere insufficiente, alla luce delle 30 ore settimanali ritenute necessarie per garantire la dovuta erogazione dei L.E.A., annunciate ma mai concretizzate dallo stesso manager e dal suo predecessore.

I rappresentanti, chiarendo che non vi sia alcun bocciatura a priori delle rotazioni inter-distrettuali dei medici-veterinari auspicano una chiarificazione in merito ai criteri che verranno adottati per effettuarle, se quelli dell’anticorruzione  o quelli regolamentari: “Ciò anche nella considerazione che inappropriate previsioni contrattuali, ancora una volta generate dalla colpevole inerzia dell’Assessorato della Salute, che non ha mai scientemente neanche voluto avviare il tavolo per l’A.I.R. dell’Area Medico-Veterinaria, rischiano di divenire solo una “clava” per colpire taluni professionisti, stante il mancato riconoscimento dei rimborsi chilometrici, incredibilmente negati solo ed unicamente alla figura del medico veterinario specialista ambulatoriale”.

AL centro della critica anche il tentativo presunto del direttore di surrogarsi all’Ufficio Procedimenti Disciplinari dell’Azienda, anticipandone pubblicamente le determinazioni: “Raccapricciante - inoltre - può definirsi, da un punto di vista sanitario, l’affermazione del Manager secondo il quale “il problema era che negli anni precedenti non venivano fatti i controlli e tutto andava bene, nel momento in cui sono stati fatti i controlli in maniera analitica, allora sono usciti i problemi”. L’organizzazione sindacale giudica inverosimile che questi eventi possano essere descritti pubblicamente come un successo gestionale: “Le criticità – si legge nella nota - evidenziatesi nel Servizio Veterinario dell’A.S.P. di Messina risalgono indietro negli anni e, non si vuole comprendere come le reali soluzioni non risiedano solo nella “capillarità dei controlli”, che giova soltanto al raggiungimento di obiettivi aziendali fonte di gratificazione economica per le figure apicali, bensì nel creare idonee ed eque condizioni lavorative per tutti gli operatori coinvolti, affinché possano, nei modi e nei tempi dovuti, esercitare la propria attività a tutela della salute pubblica, del patrimonio zootecnico e del correlato indotto”.

“Si auspica – continuano Venza, Calapai e Macrì” che gli organi inquirenti perseverino nell’individuare i responsabili di eventuali reati commessi, potenziali concause delle criticità generatesi, estendendo le indagini anche ai più alti livelli, anche con riferimento all’avvenuta realizzazione coercitiva di progetti obiettivo retribuiti a prestazione, illegittimi al punto che la stessa proposizione non è neppure prevista nel contratto che ne disciplina il rapporto lavorativo, con il “singolare” avallo degli uffici regionali compiacenti”.

Saranno gli accertamenti effettuati dalla Commissione Ispettiva di 2° livello voluta dal Presidente della Regione, a testimoniare in maniera definitiva se le dichiarazioni rassicuranti del manager dell’Azienda costituiscano solo un tentativo di fornire alla cittadinanza una versione a suo favore della situazione, come sostenuto dalla stessa Uil.