Ci vuole provare ancora, crede che con un nuovo blog e con le solite frasi ad effetto di potersi riesumare e tornare sulla tolda di comando. La ragione ha abbandonato Matteo Renzi ed è stata sostituita da un desiderio di rivalsa pericoloso per gli italiani e per se stesso. I suoi amici lo dovrebbero aiutare e indurlo a sottoporsi ad una terapia psicanalitica. Massimo Recalcati (star della Leopolda e autore di "Telemaco" e di " Patria senza Padri") è uno psicanalista molto bravo.

Il renzismo ha lasciato solo macerie sociali e ha acuito il distacco e l'insofferenza dei cittadini nei confronti dei rappresentanti politici. La disfatta referendaria e l'annullamento dell'Italicum, concepito per realizzare un predomino ventennale, sono prova inconfutabile della fine del renzismo.

Restano i capilista bloccati e plurinominati a cui la Consulta ha solo impedito di scegliere il collegio se scatta il seggio. La scelta del collegio sarà sorteggiata per scongiurare accordi preventivi su chi fare eleggere. Tale procedura che assomiglia al gioco della tombola mortifica il voto dei cittadini ed acuisce l'odio verso la casta. Qualora il Parlamento non dovesse formulare e approvare una legge elettorale, il dispositivo della Consulta è legge e si andrebbe a votare con questo dispositivo che attribuisce alle segreterie dei partiti il potere di fare eleggere i deputati. È questa la potente arma che il segretario del Pd possiede per potere esercitare il proprio arbitrio. Con il voto referendario i cittadini hanno chiesto di potere scegliere i deputati ( rappresentatività) e hanno chiesto di essere sovrani. Il mantenimento dei capilista bloccati disattende il voto referendario e priva il voto di significato.

Il tentativo di votare con la legge elettorale indicata dalla Consulta offende la dignità delle donne e degli uomini che si recheranno alle urne e annulla l'essenza di una Repubblica parlamentare. Più semplicemente l'esecutivo prevale sul legislativo e il voto referendario sarebbe ancora una volta calpestato e annullato.

Il Caudillo di Rignano d'Arno e la sua corte vogliono sfruttare questo grave vulnus che la sentenza della Consulta non ha sanato e vogliono le elezioni per sfruttare la possibilità di realizzare liste elettorali con fedeli compagni di merende e estromettere quanti non sono stati appecorati al disegno egemonico di una democratura.

La soppressione di questa infausta norma consentirebbe di potere eleggere i candidati scelti dai cittadini e conferirebbe al Parlamento la dignità e la forza necessarie per esercitare la funzione legislativa con libertà e nell'interesse del popolo.