Politica
La guerra dei porti, interviene Garofalo
Il vice presidente della Commissione trasporti della Camera dei deputati contesta la scelta ricaduta su Catania
- 30/01/2017redazione
Esistono le regole e le deroghe alle regole, ma anche queste devono fondarsi su parametri verificabili altrimenti diventano inaccettabili privilegi frutto di discrezionalità politica". Così il vice presidente della Commissione trasporti della Camera dei deputati, Vincenzo Garofalo. "Ho da subito ritenuto inadeguato che la classificazione di un porto come 'core' fosse il criterio per l'attribuzione di sede dell'Autorita di sistema in quanto lo ritengo non idoneo a premiare l'impegno delle autorità portuali.
Tuttavia scelta la regola, in un sistema governato da leggi, questa va applicata a tutti allo stesso modo. Oggi scopriamo che, ciò che appariva come un criterio inderogabile, viene invece derogato nel caso dell'Autorita portuale di Catania. Anche nel caso in cui, come sembra emergere dalla nota diffusa dal ministero, fosse stato lo stesso presidente Crocetta a indicare l'Autorità portuale di Catania come sede dell'autorità di sistema, il ministro dovrebbe comunque rendere noti quali sono i parametri che motivano la sua scelta in deroga in modo che possiamo riscontrare se siano applicabili anche nel caso di altre realtà territoriali.
Perché il principio di uguaglianza formale può anche cedere il passo, ma sempre e solo per rispettare un principio di uguaglianza sostanziale che soddisfi l'esigenza di trattare situazioni uguali in modo uguale. Altrimenti dovremmo pensare - come pare pensino anche i suoi stessi colleghi di partito - che si sia agito sulla base di mera discrezionalità politica concedendo un privilegio. Non è una questione di battaglie campanilistiche ma di tutela di diritti che per essere tali devono fondarsi su regole certe e oggettivamente verificabili".