Mercoledì scorso, durante la votazione della mozione di sfiducia, la capogruppo del PD, Antonella Russo, è stata di fatto messa in minoranza dai suoi compagni di partito: se infatti senza alcun indugio la consigliera si è espressa favorevole a sfiduciare il primo cittadino di Messina; Claudio Cardile, Pietro Iannello e Gaetano Gennaro hanno votato contro la sfiducia. Il Partito Democratico è pertanto spaccato in consiglio comunale e, in riferimento a tale questione, è intervenuto anche l'esponente del PD all'Ars, Filippo Panarello: “La vicenda della sfiducia rischia di infliggere un colpo micidiale alla credibilità del PD e costituisce l’epilogo inglorioso del commissariamento romano”.

L’infausta gestione commissariale, – spiega il deputato analizzando dapprima la questione del commissariamento del PD messinese – refrattaria a qualunque confronto con gli iscritti e le rappresentanze istituzionali (a partire dai deputati regionali), incapace di definire proposte e promuovere iniziative sui problemi della città, ondivaga sul rapporto con la giunta Accorinti, ha creato i presupposti per una scelta politicamente disastrosa”.

Tutto questo, però, solo in parte, giustifica le scelte compiute dai singoli – chiarisce poi Panarello – È sconcertante che, dopo lunghe ed impegnative discussioni, l’unico voto, coerente con il ruolo di opposizione, sia stato quello della capogruppo. È sconfortante come alcuni giovani, che si sono presentati come alfieri del nuovo, abbiano attivamente sostenuto, con tatticismi e furbizie degni dei peggiori marpioni della vecchia politica, scelte che hanno posizionato il PD sulla stessa linea del gruppo genovesiano. Ritengo necessario che su quanto è avvenuto si sviluppi una riflessione approfondita, non per individuare capri espiatori, ma per rispondere positivamente alle preoccupazioni che questa vicenda ha determinato tra i nostri iscritti, i nostri elettori e nell’opinione pubblica”.

E conclude: “Spero che il congresso possa svolgersi al più presto possibile ed essere occasione di un confronto vero sul futuro del PD, svincolato dalle appartenenze nazionali, consapevole dei problemi politici ed organizzativi che abbiamo di fronte e perciò in grado di ricostruire un rapporto positivo con la città”.

Paolo Fabrizio Mustica