Cronaca
Fugge dai domiciliari Pippo Finestra, beccato esponente clan di area brolese
I Carabinieri della Stazione di Sinagra hanno arrestato Giuseppe Sinagra attualmente ai domiciliari. Il pregiudicato continuava a violare le prescrizioni frequentando "suoi colleghi" della zona nebroidea
- 03/03/2017redazione
I Carabinieri della Stazione di Sinagra, in esecuzione di ordine espiazione pena in regime di carcerazione, emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica al Tribunale Ordinario di Patti, nella tarda serata di ieri, hanno arrestato Giuseppe Sinagra, cl.1976, di Sinagra. L’uomo, attualmente agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, dovrà scontare la pena di 1 anno, 3 mesi e 14 giorni di reclusione per aver commesso il reato di inosservanza degli obblighi della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel Comune di Sinagra, in quanto, nel periodo tra il 2007 e il 2008, violava ripetutamente le prescrizioni impostegli continuando a frequentare pregiudicati della zona Nebroidea e continuando a guidare autovetture pur avendo la patente revocata.
Sinagra, detto “PIPPO FINESTRA”, è stato in passato un esponente di rilievo dei clan operanti nell’area brolese, tanto che, nel marzo 2003, era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri del ROS di Messina, all’atto di farsi consegnare il pizzo dal titolare di una grossa concessionaria di automobili. Nel luglio del 2012, inoltre, era stato colpito da ordine di carcerazione scaturito dall’operazione Antimafia “Icaro”, per associazione a delinquere di stampo mafioso, per reati posti in essere dal 2000 al 2003 nel comprensorio nebroideo. Successivamente, nel 2013, personale del Nucleo Operativo della Compagnia di Patti e della Stazione Carabinieri di Sinagra, ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione del sequestro preventivo dei beni finalizzata alla successiva confisca, emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria a seguito di indagini dei Carabinieri di Patti nell’ambito di un’articolata attività investigativa condotta nei confronti di varie famiglie mafiose, tra cui quella dei tortoriciani e dei barcellonesi. Il provvedimento di sequestro emesso a suo tempo riguardava beni il cui valore complessivo era stato stimato per un importo pari a duecentomila euro ed in particolare: undici terreni agricoli, tre unità immobiliari e un buono postale, rispetto ai quali si rilevava la netta sproporzione tra i redditi dichiarati dall’interessato e le ricchezze dallo stesso accumulate nel tempo. Il Sinagra, espletate le formalità di rito, è stato tradotto nella Casa Circondariale di Messina Gazzi dove espierà la detenzione.