Lo Stretto punto di partenza di una crisi tra Cina ed Italia? L’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese ha indirizzato una lettera alla Presidente del consiglio comunale, Emilia Barrile, per esprimere la propria ferma opposizione nei confronti della scelta del sindaco Renato Accorinti di invitare il Dalai Lama a visitare Messina.

Agli occhi del Governo Cinese la massima autorità teocratica del Tibet è più di un mero personaggio religioso, che cela sotto la maschera fatta di religione e pace, la vera mission: promuovere attività separatiste e sabotare l’unità fra i diversi gruppi etnici, suscitando l’indignazione del popolo cinese verso quello che viene definito come un politico in esilio.

L’ambasciata ricorda nella nota inviata che l’appartenenza del Tibet alla Cina sia riconosciuta dalla Comunità Internazionale e dallo stesso Governo Italiano. I rapporti tra Roma e Pechino sono ottimi ma arriva un palese avvertimento: “Invitare il Dalai Lama a vistare Messina, non solo danneggerà la sovranità e gli interessi della Cina e l sentimento del popolo cinese, ma anche darà al mondo un segnale sbagliato che verrà usato dal gruppo del Dalai Lama come mezzo di propaganda per promuovere l’internazionalizzazione della questione tibetana”.

L’ambasciata ha chiesto nero su bianco al Consiglio Comunale di “suggerire al sindaco di annullare l’invito di visita al Dalai Lama e respingere le eventuali mozioni di insignire a quest’ultimo qualsiasi tipo di onorificenza”.  Fugato qualsiasi dubbio su un eventuale malcontento cinese per l’iniziativa portata avanti da Accorinti, la palla passa adesso al consiglio. Verranno accolti i suggerimenti/imposizioni dettati da oriente?

 

Paologiorgio Vinci