Politica
Squadra di Destra sventola NO: Messina non regge ospitalità a 3mila migranti
Il capogruppo consiliare di Forza Italia Trischitta invita il Comune a pensare alle classi povere messinesi e non ai 6 milioni da spendere per accoglienza. Sta dialogando con Gasparri e Matteoli. Tutti i movimenti dicono che la città non è attrezzata per questo fenomeno
- 20/03/2017Marcella Ruggeri
Il sindaco Accorinti ha sempre saputo che l’Hotspot sarebbe stato a Bisconte da quando è iniziata la trattativa per la realizzazione del secondo Palagiustizia. Da quando è stato firmato il trasferimento, per la concessione dell’ospedale militare sul viale Europa, Palazzo Zanca sapeva che il modello d’accoglienza da lui tanto criticato sarebbe giunto nella zona centrale del nostro territorio. Infatti, una settimana dopo è scoppiata la notizia dal Ministero che i profughi avrebbero trovato un riferimento qui nella città dello Stretto”. Così il capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta sventola il suo secco NO alla struttura che dovrebbe nascere nell’ex caserma a Camaro, addirittura a fine mese secondo il Governo Gentiloni.
Ad aderire oggi il Movimento Nazionale per la Sovranità con il dirigente nazionale Silvano Arbuse, i giovani di Vento dello Stretto che afferiscono a questa realtà quindi il consigliere comunale Piero Adamo, Ferdinando Croce, Daniele Travisano e la Saija, per Noi con Salvini la Segretaria provinciale Luciana Verdiglione e Antonella Vezzosi, per Federazione Nuova Destra Dino Melluso, per Scuola Politica l’ingegnere Gianpiero Venuti e per Nuova Destra Alberto De Luca.
“Il problema è che partiamo da presupposti diversi riprende Trischitta – Supponendo di poter ospitare 3mila persone, non si possono identificare in quel modo. Quella zona non può reggere un simile bacino di profughi, si ridurrebbe a un quartiere segregato. La città metropolitana deve reagire come altre province. Catania e Palermo hanno rispettivamente il sindaco Bianco e Orlando che sono capaci di rispedire al mittente i negoziati o ancora peggio le decisioni calate dal Ministero degli Interni. Evidentemente gli alti livelli governativi, le Prefetture sanno che Accorinti non riesce ad amministrare e mostrarsi risoluto contro questi provvedimenti. Non si possono investire 6 milioni di euro e nulla neanche un centesimo per le classi povere delle nostre aree. Non si può creare disparità tra le fasce messinesi solo perché vivono nelle periferie. Gli Hotspot devono essere collocati in regioni più evolute (inutile nascondersi dietro a un dito) come la Toscana e l’Umbria”. Infine, un’anticipazione da parte di Trischitta: “Ci faremo appoggiare dai politici nazionali, chiamerò per incontri mirati come Gasparri, Pogliese, Matteoli e la Mussolini”.
Infine, un’anticipazione da parte di Trischitta: “Ci faremo appoggiare dai politici nazionali, chiamerò per incontri mirati come Gasparri, Pogliese, Matteoli e la Mussolini”. Il capogruppo esprime una corrente che è distante da quella del deputato Francantonio Genovese e alla domanda vi siete confrontati su questo tema, lui replica: “Io non devo sentirmi con lui. La mia voce diretta sul territorio non c’è ma posso discuterne con Pogliese e Gasparri. Penso ad organizzare con qualcuno di loro anche una manifestazione nazionale per opporci all’Hotspot”.
“Noi non siamo d’accordo né sull’Hotspot né sullo Sprar - comunica il dirigente Arbuse -. Il primo perché dovrebbe avvalersi di un apparato che non funzionerà mai a Messina. Chi è destinato all’Hotspot dovrebbe essere selezionato già sui barconi prima di toccare i nostri porti. Lo Sprar invece dovrebbe essere una forma di integrazione per esuli politici, per minori stranieri che dovrebbero essere istruiti dove? Dentro un ghetto? E’ chiaro che finirebbero a spacciare, a prostituirsi in assenza di lavori alternativi. Entrerebbero nel giro dell’elemosina senza un tessuto economico-sociale valido. Messina è già depressa, i nostri ragazzi vagano. Fomenteremo la criminalità organizzata, con quelli che io definisco professionisti dei migranti, un po’ come i costruttori dell’Aquila che hanno speculato sul disastro per la realizzazione di alloggi. Verrà a crearsi una malavita legalizzata. Dobbiamo impedirlo dicendo all’amministrazione locale che la sua modalità di azione è in malafede. Accorinti era presente durante i sopralluoghi con i tecnici e autorità del Ministero della Difesa. Non può dire: Io ero all'oscuro o ancora io sono stato chiaro adesso con il governo romano".
"Il modello Hotspot è assolutamente perdente su tutta la linea - afferma la Segretaria Verdiglione -. Non abbiamo bisogno di fare esperimenti. Le massicce presenze dei profughi devono essere distribuite con senso civico dove c'è la possibilità finanziaria di accoglierle. Non bastano i 35 euro al mese offerti per loro per dare unea vita dignitosa. Fughiamo ogni dubbio che la nostra idea sia portatrice di razzismo. Siamo solo consapevoli, con dati d'esperienza, che Messina non è pronta a sostenere e rivoluzionare questo fenomeno".
Marcella Ruggeri
Foto Rocco Papandrea