Non si può digiunare per sempre, parafrasando la memorabile frase del film Il corvo “Non può piovere per sempre“. Solo che la scena andrebbe girata in uno degli istituti scolastici cittadini, dove gli alunni aspettano ancora speranzosi di poter godere di un pranzetto tra le lezioni e il tempo prolungato, a due mesi dallo scadere dell’anno scolastico. Potrebbe sembrare una presa in giro, alla luce dei fatti del management di Palazzo Zanca. Eppure l’assessore al bilancio Enzo Cuzzola, come aveva anticipato alla nostra redazione, ha escogitato di bandire una gara pluriennale, nel caso specifico il piano si estenderebbe a un triennio. Il nodo da sciogliere è la spada di Damocle del 31 marzo, data entro cui il Previsionale 2017 deve essere approvato, facendo smuovere con “lui” tutti i servizi utili, per quanto a volte non reputati indispensabili come la mensa scolastica.

Il Vicepresidente del “Comitato 29 dicembre” Maurizio Vita si avvale della sua esperienza di padre per comunicare che ai figli e ai genitori non interessa giudicare gli amministratori che ci sono adesso migliori di quelli che c’erano prima. “Anche se quelli che c’erano prima riuscivano a progettare un bando della durata di due anni - fa pressing Vita -. La programmazione mensa va rivista e corretta, come può dire anche l’assessore, ma quando c’è una tempistica adatta, all’inizio dell’anno. Adesso, è perfettamente inutile, se non superfluo parlare di bandi”.

“Si deve pensare a un criterio immediato per riavviare il servizio – continua -. La mensa intesa come attività pubblica a tutela dello stato sociale deve funzionare sempre, per tutto lo svolgimento della didattica annuale. Non si possono sopportare interruzioni che esasperano le famiglie che hanno instaurato le loro abitudini quotidiane ad incastro. Il dirigente delle Politiche Scolastiche De Francesco ha dichiarato quella disponibilità economica che, di fatto, ha illuso i fruitori e non ha giovato a nulla (almeno per il momento) perché tutto è sempre condizionato dal bilancio”. Anzi, il budget a cui si tende non è messo in discussione, bisogna solo concederlo una volta messi i conti in ordine.   

Il Vicepresidente di questo Comitato che nasce per riabilitare Messina dall’interno della società civile, ci porta un esempio e una riflessione: “Le mie figlie frequentano l’istituto comprensivo “Paradiso”, dove da quasi un anno è attiva la convenzione con l’Istituto Antonello per dare una continuità al discorso di refezione scolastica. E’ evidente che l’operazione è valida e puntuale e si sviluppa con dei prezzi accessibili, un pasto al costo di due euro e 50 centesimi. Ma l’attività pubblica non può e non deve morire. Chi possiede l’Isee cosa farà? Così, tutti pagano. Invece, nel servizio pubblico, si penserebbe a ragionare e ad applicare l’esenzione per gli aventi diritto. Anche se lo stesso De Francesco non era sicuro che si potesse adottare ancora l’esenzione per una questione di costi nazionali a cui attenersi”.

“Se il Comune fa partire il bando - conclude Vita - , la scuola è obbligata a passare al servizio proposto con le cooperative, con l’augurio che l’esenzione abbia una validità. Altrimenti, rimarremmo con l’Antonello che è stato un ottimo salvagente. Quello che è necessario per la popolazione che frequenta le scuole è avere un servizio consolidato alla lunga distanza. Assistere a manifestazioni ogni tre mesi, è assurdo. Pensiamo meno al folclore e più ai pugni chiusi con razionalità”.

Marcella Ruggeri