Continua la resistenza dei deputati messinesi in parlamento nei confronti della decisione presa dal Governo di realizzare a Messina un hotspot. A fronte anche delle proteste che si sono levate da ogni parte nelle ultime settimane, stamani il PortaVoce del MoVimento 5 Stelle, Francesco D’Uva ha discusso in aula un’interpellanza per ribadire a gran voce le ragioni che dovrebbero indurre l’esecutivo a rivedere l’apertura della struttura presso l’ex Caserma Gasparro-Masotti, area non adeguatamente attrezzata e sicura per ospitare i migranti: “Non solo stiamo parlando di un luogo, Camaro appunto, che si trova al centro di due villaggi importanti e popolosi, ma stiamo parlando di un’area che cade a ridosso di un torrente, in una città a forte rischio idrogeologico, e comunque a grande distanza dal mare”.

Il Governo ha deciso di puntare ancora sugli hotspot per fronteggiare l’emergenza sbarchi, in linea con la politica che attribuisce al Paese che per primo accoglie i migranti l’onere dell’identificazione, l’eventuale rimpatrio e l’avvio di procedure di accoglienza, con ricollocamento, per chi ne ha diritto. Funzioni che come ha evidenziato D’Uva in aula, vengono svolte solo in minima parte realmente da queste realtà, dimostratesi inefficienti: “Basta leggere i dati aggiornati al 21 marzo per capire che esiste un problema di fondo. Stando ai numeri, infatti, sarebbero stati solo 4435 i migranti ricollocati, a fronte dei 40000 previsti”, insiste il pentastellato, che definisce irresponsabile la scelta di optar ancora su questo genere di accoglienza.

Il Governo, dal canto suo, ha risposto che l’apertura di nuovi punti hotspot rientra nel sistema nazionale di gestione dei flussi, evidenziando che nessun passo indietro ci sarà per la Città dello Stretto: “Non solo l’hotspot rimane nei programmi di realizzazione del Governo – ha spiegato D’Uva - ma addirittura al Porto di Messina verrà creata un’area attrezzata di sbarco con una capienza di circa 250-300 posti. Una follia a cui continueremo ad opporci con insistenza, sia a livello nazionale che locale. Soprattutto nell’ottica di rivendicare, dinnanzi all’Unione Europea, una soluzione più efficace per l’incessante fenomeno migratorio che insiste sulle nostre coste”.