Nel 2013 Crocetta appoggiato dal PD e dall'Udc è stato eletto Governatore della Sicilia. Sono passati più di quattro anni e fra sei mesi le urne giudicheranno l'operato dell'Uomo di "Domenica In".

Sono stati anni di buio politico e di medioevo legislativo e i cittadini giudicheranno. I dati economici e sociali non giustificano un giudizio positivo mentre l'attività della Giunta di governo presieduta dal rivoluzionario presidente è stata caratterizzata da uno spoil sistem incessante di nomine assessoriali e di sottogoverno da fare impallidire Ceausescu. Il castello di enunciazioni propagandistiche si è rilevato un castello di sabbia. I siciliani lo hanno percepito, sono molto arrabbiati e lo dimostreranno rottamando per sempre Crocetta e tutta la classe politica che lo ha sostenuto. L'arroganza, la tracotanza e il rosario di bugie che hanno caratterizzato questa legislatura non trovano riferimenti nei libri di storia politica recente della Sicilia. Nell'era della globalizzazione e della tecnologia un solo mantra ha ossessionato il Messia della falsa rivoluzione: la mafia.

Anche le malattie esantematiche sono state attribuite agli eredi dei Beati Paoli, ogni cosa in questa legislatura è stata propagandata come antimafia. È singolare come nell'era del crocettismo l'analisi di Leonardo Sciascia sui " professionisti dell'antimafia" abbia avuto la massima condivisione e la più evidente contezza. È triste che la Sicilia abbia questa iattura e goda di questo prestigio. Le improvvide esternazioni di Rosario Crocetta e del cerchio di nominati posti a presidiare enti e partecipate hanno fatto da cassa di risonanza superando per impatto mediatico qualunque serie televisiva sul tema e addirittura films capolavori sulle sicule coppole. Nulla di positivo può ascriversi a questo Governatore e alla sua corte.

I partiti che hanno sostenuto questo Governo ( PD, UDC, Ncd, Sicilia Futura) per interesse e ignavia, pagheranno un conto molto salato e scompariranno dal panorama politico regionale. Il castello della legalità e della rivoluzione si è rivelato un castello di sabbia fatto di apparenze, mistificazioni, tornaconti personali, costruzione di carriere politiche istituzionali e dirigenziali.

Non vi è stato in questi eroi di cartapesta nemmeno il decoro di preservare l'immagine costruita. Un esempio eclatante è Antonio Ingroia presidente riconfermato di una partecipata regionale ! Da un personaggio come Ingroia ci si sarebbe aspettato un comportamento diverso: più chiaramente un differente modo di garantirsi delle entrate economiche. Ma il crocettismo giustifica tutto in nome della legalità e dell'antimafia, soprattutto giustifica la sua inconcludenza ergendosi a giudice del bene e del male e mentre guarda la luna di Valencia è in attesa che eventi soprannaturali nascondano la verità sul castello di sabbia costruito.