Salvare la faccia in vista delle Regionali e alimentare speranze per non compromettere le Politiche. Disattendendo le indicazioni degli armatori. La visita lampo del ministro Graziano Delrio non ha sciolto i nodi riguardanti l’Autorità portuale di Messina, né le sue parole hanno convinto gli operatori del settore, i quali hanno indicato una via diversa da quella di Gioia Tauro. Ieri pomeriggio il rappresentate del governo ha imbottito di palliativi gli amministratori messinesi, accorsi per la foto ricordo con il ministro per le Infrastrutture marcato a uomo dal sottosegretario Davide Faraone. Delrio sul tema portante della sua visita ha tentato di rassicurare i messinesi allarmati dalle conseguenze che deriveranno dall’accorpamento con Gioia Tauro. Intanto, la data dell’entrata in funzione della nuova Autorità portuale di sistema è stata spostata a dicembre, quindi dopo le regionali.

Una mossa strategica per evitare che il tema potesse entrare nel dibattito per le regionali. Poi Delrio ha detto che le due Autorità avranno autonomia amministrativa, nel senso che Messina e Milazzo continueranno a “maneggiare” i propri soldi e spenderli sul proprio territorio.

A questo punto c’è da chiedersi che senso abbia l’accorpamento? Che risparmi ne potranno derivare se ci saranno due amministrazioni, altrettante sedi operativi e apparati che continueranno ad esistere. Sembra la stessa strada adottata dal Pd in occasione del referendum-truffa (bocciato dagli italiani), sul taglio dei senatori. Alla resa dei conti l’apparato rimaneva con una riduzione irrisoria dei costi. Con le Autorità di Messina e Gioia Tauro l’unico costo che sarà tagliato è il compenso di un presidente, per il resto a sentire Delrio non cambierà proprio nulla. Tuttavia, la scelta assunta dal governo confligge con le indicazioni che provengono dagli operatori del settore.

Gli armatori, per bocca di Vincenzo Franza, amministratore delegato di Caronte&Tourist, fanno sapere che la loro scelta non è Gioia Tauro ma Augusta e Catania. “Serve una regia unica per i porti della Sicilia orientale”: ha risposto così a Tony Zermo che l’ha intervistato la scorsa settimana per il quotidiano “La Sicilia”.

E poi lo stesso Franza per superare i problemi legati al campanilismo ha proposto una soluzione molto democratica con la presidenza a rotazione. Parole delle quali il governo nazionale non ha tenuto conto e che non hanno trovato sponda nemmeno sui parlamentarinazionali messinesi che siedono fra i banchi della maggioranza.

A ciò si aggiunga che da Roma non hanno nemmeno tenuto in considerazione le “allegoriche” prese di posizioni del governatore Rosario Crocetta, il quale ha bocciato la soluzione-Gioia Tauro. Insomma, se Delrio ha tentato di mettere tutti d’accordo rassicurando i messinesi con la sua visita lampo, si sappia che in riva allo Stretto ormai non credono più alle promesse da marinai di un governicchio che tira solo a campare.

Davide Gambale