Senza il Governo romano, il Bilancio di Previsione 2017 per il comune di Messina non s’ha da fare. L'assessore al Bilancio Vincenzo Cuzzola aveva annunciato in più round che al 31 marzo si sarebbe arrivati con l’acqua alla gola e Palazzo Zanca non avrebbe potuto spingere più di tanto per fare approvare il Preventivo al Civico Consesso. Le più fortunate, a quanto pare, sono le Città Metropolitane a cui il Ministero, targato Minniti, ha prorogato la scadenza fino il 30 giugno mentre i Comuni resteranno sulla graticola fino a poco prima del weekend.

Il decreto per gli Enti locali non dovrebbe farsi attendere ma comunque le casse del Comune passano da uno status di esercizio provvisorio a gestione provvisoria.

Questo regime, come l’assessore ci aveva riferiti in precedenti interviste, costringe l’amministrazione a muoversi in un range di essenzialità, senza praticare insomma “falcate più lunghe della propria gamba”, in termini di spesa. E attualmente, non ci sono urgenze secondo le valutazioni del management e delle normative che lo assistono. Questa falcata più lunga potrebbe avvenire solamente per il servizio refezione scolastica per il quale Cuzzola ha programmato una gara pluriennale, ancora solo verbalmente. Per non lasciare digiuni i piccoli alunni e i lavoratori di questo ambito, l’assessore alle politiche finanziarie rintraccia la soluzione nel rilancio della posta in gioco ma intanto il servizio è impantanato come non mai.

Se il bilancio è stato guidato dalla “buona stella delle proroghe”, non vuol dire che il Comune debba affidarsi alla fortuna. Il Ministero impone l'anticamera ai Comuni con decreto n. 30 del 30 marzo, mettendoli in coda e su questa mancanza l’Anci regionale si scatena ricordando che non ci sarà nulla da fare senza il provvedimento di Roma, adibito ad equilibrare i conti.  

Il monte debiti necessita di un riequilibrio, questo è sicuro. Ma per Cuzzola l’ammontare veritiero è di 150 milioni di euro su 450. Si calcola per uno “strano effetto di potenzialità” solo un terzo della cifra totale. Alla fine dei conti, l’assessore invita ad aspettare la variazione alla delibera elaborata lo scorso fine anno.