“La paura di essere fagocitati sarebbe preponderante, se rimanessimo avvolti con Gioia Tauro. E’ pur vero che pretendere che ci siano tre Autorità portuali è una grande corbelleria, chiunque lo dica”. Così, l’Amministratore della Compagnia privata di navigazione Caronte&Tourist, Vincenzo Franza, si è espresso ancora una volta in merito alla fusione dell’Authority peloritana con quella della vicina calabrese. Questa volta, l’intervento giunge per suffragare quanto già detto con comunicati ufficiali, dopo aver accolto l’invito a parlare dell’amico – sindaco Cateno De Luca. L’excursus è a 360 gradi accentrando il problema sul caos che si sta sviluppando intorno a qualcosa che dovrebbe essere invece molto limpido ovvero il commercio nello Stretto.

“La riforma dell’Ap sta attraversando un periodo molto confuso - dichiara il manager del gruppo Caronte&Tourist -, nonostante la proroga ottenuta dal Ministro Delrio fino a giugno, con la possibilità di protrarsi a dicembre. Non dobbiamo dimenticare che questa riforma è dovuta a pressanti ragioni economiche perché governa gli approdi portuali e gestisce i finanziamenti del trasporto merci. Limitarne il numero non è sbagliato anzi l’accorpamento di Messina con Gioia potrebbe risultare politicamente valido. Se non fosse che chi detiene la Cabina di regia dovrebbe avere anche una posizione strategica. Di certo, Messina è invidiabile sotto questa prospettiva. Ma il rischio con Gioia Tauro è che la nostra città venga tagliata fuori, che si crei un isolamento dal resto della Sicilia e si perda così l’asse consistente Catania - Palermo”.

Il dubbio per gli armatori e per tutti coloro che operano nello Stretto è forte. Mantenere le prerogative di un’Area metropolitana non può prescindere dal potenziamento delle attività mercantili e di quelle turistiche.

“Messina è votata al territorio – osserva l’Amministratore Franza -. Le aziende e i servizi parteciperebbero, sarebbero veicolate di più, se vedessero questo comune che si affaccia su due mari, per esempio come Autorità della Sicilia orientale. L’eventuale incremento di porticcioli assolverebbe a quel ruolo che ricopre l’Area Integrata dello Stretto: portare beneficio e sviluppo per più zone e città. A questo proposito, il noto porticciolo che doveva essere costruito in località Grotte, non è stato bloccato per via della Poseidonia, com’è stato ipotizzato. Il totale vuoto politico non lo ha permesso da diversi anni, non mi riferisco ad una legislatura in particolare".

"A Grotte il fondale era troppo acclive - svela l'ingegnere - . Avremmo dovuto realizzare una diga foranea e sarebbe stato, a spese dei privati, un progetto vincente che esiste ancora: non è stato cancellato. Ma intanto, focalizziamo l’attenzione sull’Authority che le cui funzioni non devono essere sminuite per questioni di numeri di riforma. Teniamo in mente che il trasporto interregionale è dello Stato. Perciò la proroga ben venga ma se fosse possibile dilatarla per altri sei mesi del 2018, magari un nuovo Governo potrebbe instaurare altre condizioni amministrative per ristabilire il suo valore unico. Chissà.”.