Grazie al premio di maggioranza di una legge elettorale dichiarata incostituzionale, il PD diviene il partito di maggioranza relativa. Dal 2013 governa il Paese a suo piacimento con risultati mediocri e una supponenza che in alcuni casi ha coinciso con la tracotanza. Il risultato delle elezioni europee ha impresso il sigillo della sicumera annebbiando la vista ed esasperando il vaniloquio del suo leader.

I risultati deludenti delle elezioni regionali e comunali non hanno suscitato dubbi anzi hanno accresciuto arroganza e autostima personale al punto tale da ritenersi indispensabile e autarchico. La sconfitta referendaria del 4 Dicembre non è stata analizzata nè valutata come una bocciatura inappellabile, ma al contrario un incidente di percorso imputabile ad una " accozzaglia" di barbari e di incompetenti arroccati nel fortino dei privilegi. Il tentativo di essere investito da un voto plebiscitario di legittimazione,pur essendo miseramente fallito, non ha scalfito la febbre di potere dello sconfitto, al contrario ha accresciuto il desiderio di rivincita e soprattutto la sete di vendetta.

Il PD è da tre anni strumento e oggetto delle ambizioni di un personaggio inaffidabile, egocentrico, supponente e inattendibile. Non concependo la sconfitta politica che il voto referendario ha sancito vuole riprendersi il Paese attraverso la farsesca rappresentazione di una ormai sputtanata narrazione democratica definita primarie. È questo uno strumento singolare. Un partito elegge il proprio segretario permettendo di votare a tutti quelli che pagano 2€ in barba a convinzioni ideologiche o appartenenze. Definire tale procedura una assurdità è un eufemismo. Altrettanto singolare è l'inattendibilità del leader di questo partito: aveva dichiarato decine di volte che avrebbe abbandonato la politica in caso di sconfitta referendaria. Non solo non ha mantenuto la promessa, addirittura vuole ritornare e presiedere il Consiglio dei ministri.

È come il bambino capriccioso cui è stato tolto il giocattolo. Sbraita, pesta con i piedi e si avventa contro chiunque tenti di farlo ragionare. Ecco il punto: chi deve fare ragionare questo bambino viziato e arrogante? La risposta sarebbe ovvia: il PD se esistesse come partito ossia come comunità e come espressione della volontà di quanti credono in questa associazione. Il PD non esiste più, è presente solo ed esclusivamente il PdR cioè il partito di Renzi. Non è una sfumatura è un vulnus che porterà il PD a schiantarsi contro roccie acuminate alle prossime consultazioni elettorali. Il vaniloquio delle promesse associato alla esaltazione della propria immagine accomuna Renzi a Crocetta. Rivoluzione e rottamazione gli slogan, cura eccessiva del proprio ego e cerchi magici, risultati nulli o insignificanti, apparizioni mediatiche ed esternazioni da gotha dei primati, similitudine omozigotica nella alta considerazione di se stessi e nell'assenza di rigore etico e culturale li rendono l'uno fotocopia dell'altro.

In Sicilia, tuttavia, due strenui sostenitori di Crocetta hanno preso già le distanze dall'uomo di Gela. Cardinale e Lupo non ritengono Crocetta candidabile, Faraone ha addirittura resuscitato Basaglia mentre è singolare che l'Achille del PD siculo (Cracolici) non esterni più. Era l'uomo del " governo dei camerieri e delle luci spente", ma nel frattempo è diventato assessore nella giunta dei camerieri e anche renziano: ciò gli fa credere addirittura di potersi candidare a Governatore. Potrà il PD con questi personaggi tenere il timone del comando prossimamente su questo schermo? Lo vedremo. Auguri. 

Pericle