Un mare depredato e violentato tutti i giorni, da chi non ha la sensibilità e la cultura per capire che non è una fonte inesauribile. Così, lo Stretto di Messina si affaccia alla nostra vista. Ad osservarlo il consigliere della VI circoscrizione Giuseppe Sanò.

“Anche questa primavera stiamo continuando ad assistere alle più grandi razzie che il nostro mare possa sopportare - rivela -. Tutti i giorni pescherecci provenienti dalla vicina Calabria si alternano con reti a circuizione fino a quando l’ultimo pesce catturabile viene issato sulle loro imbarcazioni. E tutto questo avviene nelle acque antistanti a quella che doveva essere la riserva naturale di Capo Peloro, che ricordo essere inserita nella zona Natura 2000. Perciò come stabilito dall’articolo 4 del Regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio dell’Unione Europea è vietata la pesca con reti da traino, draghe, ecc.”

“Un intero habitat è destinato a scomparire cosi come la posidonia oceanica - dichiara -, simbolo del benessere del nostro mare. Alcune specie di pesci sono ormai presenti solo nei ricordi di qualche vecchio pescatore. Per porre rimedio a questa strage, è stato persino progettato un particolare sistema di protezione costiera mediante il posizionamento di elementi destinati a preservare e sviluppare la fauna e la flora marina”.

“Il progetto è stato presentato alla Regione Siciliana per la richiesta di finanziamento a valere dei fondi europei FEP per la pesca - dice Sanò -. La Conferenza dei servizi ha dato parere ampiamente positivo. Siamo ancora in attesa che venga pubblicato il bando per poter presentare il progetto e la mattanza continua impunemente. Le telefonate alla Guardia Costiera si sono dimostrate inutili”.

“Attualmente, sono in pochi a distinguere ciò che è legale da ciò che non lo è – evidenzia -, ovviamente oltre ai pescatori di frodo. Pertanto, faccio appello alla sensibilità di ognuno voi affinché vi uniate alla protesta per dire basta alla pesca illegale che sta distruggendo il nostro mare.