La notizia dello scioglimento del Comune di Gioia Tauro per infiltrazioni mafiosi ha conferito nuovi argomenti di discussione al dibattito sull’accorpamento dell’Autorità portuale di Messina a quella calabrese.

I contrari hanno trovato nuove sponde in quanti sostenevano che il rischio fosse proprio quello delle infiltrazioni mafiose e, in effetti, non è che avessero tutti i torti. Lo stesso governatore Rosario Crocetta, lo scorso anno aveva lanciato il suo anatema, prima di correggere il tiro. Ma oggi i fatti gli danno pienamente ragione.

La partita per l’accorpamento di Messina e Gioia Tauro non deve considerarsi chiusa se solo la politica locale e regionale avesse uno scatto d’orgoglio mettendo da parte steccati e barriere anche ideologiche.

Dato per scontato l’accorpamento, i politici dovranno impegnarsi per riaprire il tema e proporre ciò che poi vogliono gli armatori, ovvero l’accorpamento con Catania e Augusta. Del resto i termini e i tempi ci sono e non vediamo cosa possa impedirlo. Vincenzo Franza, nei mesi scorsi, aveva anche lanciato la sua proposta di una presidenza a rotazione, in una intervista rilasciata al quotidiano “La Sicilia”. Riteniamo che il fronte degli oppositori non abbia più tanti argomenti da proporre dopo l’inquietante scioglimento del Consiglio comunale di Gioia Tauro.