La stabilizzazione del personale, compresi i Professori d’Orchestra, del Teatro Vittorio Emanuele è quello a cui la Funzione Pubblica Cgil ambisce e da cui non si discosta di una virgola. Oltre all’equiparazione dei dipendenti di ruolo dell’Ente richiesta dal lontano 1997, il sindacato si sarebbe aspettato di visionare i tanto decantati traguardi raggiunti, descritti all’interno della “mission”, dal Commissario Salvatore Jervolino e sciorinati in conferenza stampa lo scorso venerdì. Intanto, oggi l’ipotesi di stagionalizzare a tempo indeterminato anche gli orchestrali avanza a gonfie vele per questa sigla sociale, uno strumento che permetterebbe loro di entrare di diritto come assunti dal portone principale del Teatro. Invece, questi professionisti della musica non sono neppure contemplati nella mission del Commissario come ci ha confessato apertamente a fine conferenza stampa. Mentre la vecchia pianta organica, secondo la vecchia dicitura (dotazione organica e fabbisogno triennale nella nuova classificazione) è sicuramente contemplata. Questa con certezza non è stata fatta, secondo la Cgil, “anche perché avrebbero dovuto chiamarci per discuterla attorno a un tavolo”. Degli altri tre obiettivi (Statuto modificato e già inviato alla Regione, Regolamento ai sensi del DL 118 e i contratti per amministrativi e alcuni tecnici) ammessi dal Governo Crocetta, l’organizzazione sindacale non ne ha avuto traccia, soprattutto lo Statuto per la sezione che interessa le risorse umane. Eppure il Commissario in proroga afferma di aver soddisfatto il compito affidatogli dall’Assessore Barbagallo con il D.A. N. 2/2017.

“Forse è accaduto per mera dimenticanza” - commentano la Segretaria Generale della Fp Cgil, Clara Crocè e la coordinatrice del comparto, Rosa Raffa. “Se fossero finalmente pronti gli atti relativi all’equiparazione - insistono oggi le due rappresentanti di categoria -, avremmo voluto esaminarli e infatti li chiederemo ufficialmente a giorni ai vertici dell’Ente”. Del resto, 20 anni non sono un’attesa di poco conto che può passare nel dimenticatoio. L’adozione della Pianta organica camminava di pari passo con gli obiettivi da conquistare, come anche il Regolamento organico. L’assunzione del rimanente personale (molto cospicuo) a tempo determinato, in possesso dei requisiti, deve avvenire applicando la l.r. 27 del 2016 e decreto Madia.

“Quando parliamo di personale - continuano Crocè e Raffa - non intendiamo tutelare solo quello amministrativo, di cui il teatro ha bisogno per muovere la macchina burocratica e contabile ma di tutte quelle figure professionali utili al funzionamento di un teatro. Perché il Teatro di Messina non ha proprie masse artistiche? Perché gli altri teatri siciliani le hanno e Messina NO?

“Dove sono finiti il 20% per la stabilizzazione dell’orchestra e l’emendamento di 800mila euro che doveva essere utilizzato per assumere e far lavorare le masse artistiche?”. La deputazione messinese come ha agito e dove è stata finora?”.

Gli orchestrali per esempio sono stati stagionalizzati nell’epoca Saija, a cavallo tra il 2015 e il 2016, a tempo determinato. Ora, la Cgil valuta l’ipotesi di inserirli in una stagionalizzazione duratura nel tempo, con il vantaggio di avere la sicurezza nel contratto di essere riconvocati per il periodo di lavoro artistico prestabilito. Ma c’è anche una decina di tecnici da stabilizzare, oltre a quegli 11 che devono essere equiparati e che vengono sempre reclutati. Al momento, i contratti si rifanno a quelli delle fondazioni, cambiati poi con la delibera di dicembre 2013, secondo cui gli impiegati sono stati inquadrati come dipendenti regionali. L’equiparazione completa deve essere applicata attraverso tutti gli istituti contrattuali e gli arretrai dovuti di cui si dovrà fare carico l’Amministrazione regionale. I ritardi di procedure non sono da imputare ai dipendenti ai cui spetta quanto dovuto per legge. 

Se è vero la direttrice artistica della prosa Simona Celi intende realizzare la Compagnia stabile intitolata all’attrice - amica Celeste Brancato, ci vogliono anche le maestranze adatte: dagli attori agli scenografici a tutte le maestranze necessarie per allestire produzioni di carattere territoriale ma competitivo. Sarebbe conveniente delineare i profili professionali di tutte le competenze per dare a tutti un proprio valore e un ruolo, per capire quali e quante figure servono al Teatro per svilupparsi e non solo per sopravvivere.

“Nutriamo molti dubbi sulla veridicità di alcune affermazioni del Commissario Jervolino – riprendono le due sindacaliste -. Quello che sta accadendo al Teatro ha dell’inverosimile sembra di assistere ad uno show di quarta categoria. Il duo Commissario e Sovrintendente sembrano recitare la parte dei dilettanti allo sbaraglio. Abbiamo ripetuto più volte le semplici operazioni da effettuare per rendere il Teatro di Messina vivo, funzionale e in grado di fare una produzione propria e invece in questi anni tutte le richieste della Fp Cgil sono rimaste inascoltate”. “La Fp Cgil dice basta alle belle parole vuole i fatti. Tanto fumo e niente arrosto!! La città di Messina ha diritto di un Teatro degno di questo nome, ed altrettanto i cittadini e i lavoratori di questa città trattata sempre come città di serie B” - concludono Crocè e Raffa.